L’identificazione, la protezione, la tutela e la trasmissione alle generazioni future del patrimonio culturale rientrano tra le missioni principali dell’UNESCO.
Il Patrimonio rappresenta l’eredità del passato di cui noi oggi beneficiamo e che trasmettiamo alle generazioni future. Il nostro patrimonio, culturale e naturale, è fonte insostituibile di vita e di ispirazione.
Ed è proprio parendo da questi principi ispiratori dell’Organizzazione che i membri del Club per l’UNESCO di Lucca hanno preso parte alla lectio magistalis di Bożena Anna Kowalczyk, curatrice della mostra “Bernardo Bellotto 1740. Viaggio in Toscana” in esposizione alla Fondazione Ragghianti fino al 6 di gennaio. L’incontro si è svolto alle 17 nella sala Vincenzo da Massa Carrara del complesso monumentale di San Micheletto.
La conferenza ha permesso di far luce sulle nuove acquisizioni storico-critiche emerse dagli studi condotti sul tema in occasione della preparazione della esposizione lucchese.
“La curatrice, nella sua lectio, ha evidenziato come il viaggio in Toscana a Lucca e a Firenze di questo grande protagonista della pittura veneziana abbia costituito il vero trampolino di lancio per il futuro successo di Bellotto in Italia e in Europa.
Bernardo Bellotto (1722-1780), nipote e allievo di Canaletto (1697-1768), parte diciottenne per la Toscana: è il suo primo viaggio fuori da Venezia. Ha già alle spalle una discreta produzione artistica, perlopiù repliche di vedute del maestro; a Firenze e Lucca lavora in autonomia per la prima volta. È la prova delle sue capacità, e il giovane artista la supera brillantemente, diventando il punto di riferimento del vedutismo toscano”.
Nata a Varsavia, Bożena Anna Kowalczyk è storica dell’arte e curatrice, in prestigiose sedi museali ed espositive, di numerose importanti mostre in Italia e all’estero: dal Museo Correr alla Fondazione Giorgio Cini a Venezia, alle Scuderie del Quirinale e a Palazzo Giustiniani a Roma, alle Biblioteca Reale di Torino, alle Gallerie d’Italia a Milano, al Musée des Beaux-Arts a Angoulême e alla Fondation Glénat a Grenoble. È autrice di numerosi saggi, articoli e pubblicazioni dedicati all’arte di Benvenuto Cellini, Canaletto, Bellotto, Rembrandt, Tiepolo, Guardi e ai maestri della pittura paesaggistica del XVIII secolo.